Aerolectics - Belinda Kazeem-Kamiński
Artista: Belinda Kazeem-Kamiński
A cura di: Lucrezia Cippitelli, Simone Frangi
Partendo dalla metafora della Linea Insubrica, il punto di congiunzione formato dall’incontro della placca africana e quella europea, Kazeem-Kamiński esplora l’intreccio tra storia e presente, in particolare in relazione al contesto africano.
Nella sua personale Aerolectics, Belinda Kazeem-Kamiński presenta per la prima volta i suoi lavori in Italia. Nel contesto del programma triennale The Invention of Europe, l’artista e autrice affronta un capitolo poco noto della storia dell’Alto Adige: il sistema missionario.
Ispirandosi ad Asue*, una giovane ragazza africana che nel 1855 arriva involontariamente al convento delle Orsoline a Brunico, Kazeem-Kamiński presenta narrazioni polifoniche e multimediali che seguono le tracce dell’eco del passato coloniale e sollevano domande sul presente. La riflessione artistica si concentra sul modo in cui la violenza si manifesta negli strati geologici depositandosi attraverso l’interazione di elementi – roccia, fuoco, acqua ed aria – ma anche sulle possibilità di guarigione attraverso un lavoro di scavo generazionale.
La pratica di Kazeem-Kamiński è caratterizzata da un approccio autoetnografico e da un’oscillazione tra ricerca artistica e produzione critica di testi e immagini. Influenzata da pensatrici, autrici e produttrici di immagini femministe e nere, ha sviluppato una pratica artistica che utilizza il video, la fotografia, la performance e il testo per dedicarsi alle storie polifoniche della diaspora africana, soprattutto nelle aree di lingua tedesca. I suoi lavori si muovono tra documentazione e finzione e mettono in discussione la presenza e la visibilità di persone nere nella storiografia, nel paesaggio fisico e nello spazio pubblico d’Europa.