brillant(e)
Durata: 03.04 - 30.05.2004
A cura di: Anne Schloen, Hannes Gamper
Gioello o opera d’arte? Arte applicata o arte formativa?
Dal 3 aprile al 30 maggio 2004 la mostra “brillant(e)” si dedica a questo tema. Saranno presenti in mostra più di 120 opere di circa 40 artisti e designer di gioelli, per un arco di tempo che va dal 1930 fino ad oggi.
Spunto della mostra, il novantesimo anniversario della nascita di Anton Frühauf (1914-2000), la cui famiglia possiede a Merano dal 1875/76 una gioielleria con annesso laboratorio orafo.
Il superamento del confine tra arte figurativa ed arte applicata è il concetto base della mostra. Saranno quindi esposti unicamente lavori che sfuggono alla rigida definizione di “gioiello” o “opera d’arte”; opere dove la divisione tra arte figurativa ed arte applicata risulta inesistente. Complessivamente verranno presi in esame tre diversi aspetti di questo “sconfinare”:
1° Orafi interessati all’arte figurativa ed il conseguente influsso di questa, presente nel loro lavoro.
Parallelamente alla produzione industriale o artigianale di gioielli tradizionali, nel XX secolo, si sviluppa autonomamente la categoria del “gioiello artistico”. Questa categoria è stata rinnovata dall’uso di nuove tecniche e materiali inusuali. Nel concetto della mostra si tiene conto anche delle domande base quali la funzionalità del gioiello, in quale occasione viene indossato, il rapporto tra l’oggetto e chi lo indossa. Per focalizzare l’inizio, lo sviluppo e la realizzazione finale di un gioiello verranno presentati inoltre schizzi e modelli originali di svariati orafi.
Gijs Bakker (NL), Friedrich Becker (D), Anton Frühauf (I), Ingrid Gossner (D), Hermann Jünger (D), Otto Künzli (CH), Falko Marx (D), Yuka Oyama (J), Susan Pietsch (D), Emmy van Leersum (NL).
2° Artisti che hanno progettato gioielli.
Nel XX secolo numerosi pittori e scultori hanno provato interesse ed hanno anche prodotto gioielli. Qui la scelta del materiale diviene secondaria rispetto all’elaborazione libera da tecniche e forme tradizionali, si privilegia il processo creativo – spesso manca l’esperienza della tecnica orafa. Nonostante ciò, utilizzando come base l’educazione all’arte riuscirono a realizzare opere d’arte portatili. In mostra verranno confrontati questi “gioielli d’arte“ e le opere d’arte di vari artisti per illustrare il flusso di idee che scorre tra arte figurativa ed arte applicata.
Pol Bury (B), Alexander Calder (USA), Lucio Fontana (I), Imi Knoebel (D), Paola Pivi (I), C.O. Paeffgen (D), Arnaldo Pomodoro (I), Gio Pomodoro (I), e Dieter Roth (CH).
3° Artisti che, nel loro lavoro, si siano confrontati con il tema del “gioiello” o dell’ “ingioiellarsi”.
Nel XX secolo numerosi artisti hanno riflettuto sul concetto di adornarsi e così hanno scelto il gioiello come soggetto ed oggetto del loro lavoro. Spesso si nota la tendenza ad usufruire di gioielli per decontestualizzarli e inserirli nei progetti artistici come “Ready Made” in modo da mutarne il senso originario. Nella fotografia verrà documentato il concetto di autorappresentazione dell’uomo e la funzione dell’adornarsi con gioielli convenzionali o tatuaggi e piercing. Un’altra riflessione sarà tematizzata: la produzione e la ricezione del gioiello: il gioiello viene prodotto dall’artista e messo in un nuovo contesto.
Joseph Beuys (D), Anna e Bernhard Blume (D), Daniele Buetti (CH), Michael Buthe (D), James Lee Byars (USA), César (F), Nan Goldin (GB), Inges Idee (D), Stefanie Klingemann (D), Stefan Kürten (D), Ugo Mulas (I), Marcel Odenbach (D), Manfred Peckl (D), Valentina Seidel (D), Haim Steinbach (USA), Jürgen Stollhans (D), Marcello Jori (I) ed Eugene von Bruenchenhein (USA).
I curatori della mostra “brillant(e)”, Anne Schloen (Colonia) e Hannes Gamper (Merano) sono riusciti ad avere in prestito opere importanti da grandi musei e collezioni d’arte private.
Sono esposti gioelli, sculture, oggetti, fotografie, documentazioni fotografiche e documentazioni filmate, performances e istallazioni dei più importanti designer di gioelli e dei più importanti artisti del ventesimo secolo, ed inoltre, alcuni artisti hanno ideato delle loro opere esplicitamente per la mostra e le hanno realizzate in sito. Haim Steinbach, famoso per la sua presenza anche alla Documenta e alla Biennale, è giunto da New York per installare appositamente la sua opera “concept jewel”, proveniente da una collezione privata italiana.
La casa editrice Verlag für Moderne Kunst di Nürnberg, pubblica il catalogo della mostra.